“volo et instituto”: a journey through the dispositions in northern italian wills da due legati e da una clausola codicillare di forte sapore romano con la quale si affermava che, qualora il testamento fosse stato invalidato a causa di mancanza di formalità, la sua validità si sarebbe fondata sulla efficacia (vis) dei codicilli:61 la spinta fu dunque forte e prefigurava l’evoluzione futura. Altrettanto decisa fu la controspinta rappresentata da una pergamena del 1186,62 con la quale a Lenno, sul lago di Como, il notaio e giudice Amizo, rogatario del documento, non si limitò ad inserire la formula dell’istituzione d’erede ma, per cautela, aggiunse anche il richiamo all’investitura dei beni all’eredeper cartulam quam in sua tenebat manu,63 rispolverando il riferimento al rito germanico, frequentissimo nella documentazione fino aqualche tempo prima64 ma che ormai nessuno riportava più. 61 Una clausola che riecheggia quella prevista nel medesimo caso da D. 29,1,3. 62 Cfr. Pezzola 2015, n. 99, pp. 260–262. 63 Attraverso il documento che teneva nelle sue mani. 64 Si veda Mantegna 2009b. 198 Bibliografia Fonti manoscritte e a stampa Piacenza, Archivio del Capitolo di S. Antonino, Diplomatico: b. 2, n. 221; b. 3, n. 466; b. 4, nn. 499, 502, 503, 527, 528, 540, 541; b. 5, n. 819. Piacenza, Archivio del Capitolo della Cattedrale, cass. 15 Testamenti, n. 7.
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