“volo et instituto”: a journey through the dispositions in northern italian wills prestiti mascherati, la lettura dei documenti della città emiliana induce ad ulteriori riflessioni. Come anticipato, ai venditori di quei beni, che è possibile si trovassero in difficoltà economiche, veniva attribuito soltanto il pieno godimento delle terre vendute la cui nuda proprietà faceva capo da subito all’acquirente. E l’acquirente –presbiter, archipresbiter, diaconus che fosse –, dichiarando le sue ultime volontà in merito a quei beni, sembrava svolgere più il ruolo di un intermediario, che si assicurava la salvezza dell’anima agendo forse proprio per incarico della chiesa ultima destinataria dei terreni, la quale a sua volta avrebbe versato il danaro senza che ne restasse traccia. Se si considerano poi con attenzione i prezzi pagati all’atto delle compravendite preliminari, ci si accorge che quelle somme erano calcolate secondo il valore medio per ettaro documentato nelle vendite piacentine dell’XI secolo56 mentre le condizioni di un’alienazione di nuda proprietà avrebbero voluto che si fosse pagato una cifra inferiore al valore effettivo del bene, a compensazione della rinuncia del compratore di poter disporre della terra da subito e appieno. D’altra parte, la riserva d’ usufrutto riconosciuta al venditore, senza escludere automaticamente la facoltà di alienare i beni a diverso titolo, appare quasi una contaminazione dello spirito della donazionereservato usufructu57 e, a differenza della regione milanese, a Piacenza è dichiarata in maniera esplicita solo nella cartula ordinacionis del 107658 in cui si aggiunge la previsione che, quanto alla morte dell’usufruttuario non fosse stato già destinato, venisse venduto dagli esecutori testamentari e il ricavato distribuito poi a otto diverse chiese della città. Ad una prima lettura, si sarebbe portati ad ammettere l’intenzione del testatore di venire incontro al venditore-usufruttuario – forse in condizioni di bisogno e già risollevato dal prezzo ricevuto a seguito della compravendita – affinché non perda le proprie fonti di reddi56 Il prezzo medio per ettaro, pari a 7.6 soldi, è stato calcolato sui 32 documenti di compravendita dell’XI secolo conservati nell’Archivio del Capitolo di S. Antonino. 57 Dei caratteri della donazione reservato usufructu e della possibilità che il donante disponesse liberamente delle cose donate anche attraverso l’alienazione, si legge in Vismara 1941, pp. 280–313; sul tema è ritornato in seguito Rossi 1996, pp. 8–35. Circa il labile confine tra proprietà e possesso nell’alto medioevo italiano, cfr. Astuti 1952. 58 Piacenza Archivio del Capitolo di S. Antonino, Diplomatico b. 4, n. 541. 196
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