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il 927 e il 1085 (fig. 1), tutti inediti tranne il più recente,43 in cui l’apertura del modello ormai tipico della cartula ordinationis contiene la dichiarazione di un personaggio, di solito appartenente alla gerarchia ecclesiastica,44 che affermava di aver acquistato in precedenza, per somme sempre piuttosto rilevanti, dei terreni di entità in genere considerevole.45 L’ecclesiastico di turno manifestava quindi la preoccupazione che tali beni alla sua morte restassero privi di destinazione (inordinatis) e decideva, di conseguenza, di attribuirli da subito in usufrutto a chi glieli aveva venduti, pronunciando la tipica formula volo et statuo seu iudico adque per anc cartulam ordinacionis confirmo.46 E ripeteva la medesima formula in conclusione, quando stabiliva che alla morte del beneficiario dell’usufrutto, e di coloro – moglie e/o figli – che gli fossero immediatamente succeduti nel diritto, quelle terre sarebbero dovute pervenire a titolo di proprietà, nella maggior parte dei casi, ad una delle chiese di Piacenza: i documenti riportano insomma delle disposizioni di ultime volontà con un passaggio intermedio in usufrutto senza che venga previsto il versamento di un canone.47 Delle compravendite da cui tutto avrebbe avuto origine, ad oggi, sembra che in archivio si siano conservati solo tre pergamene,48 ciascuna redatta dal medesimo notaio della corrispondente cartula ordinacionis e 43 La ricerca è stata condotta prevalentemente sulle carte conservate nell’Archivio di S. Antonino tra le quali sono state individuate: Piacenza, Archivio del Capitolo di S. Antonino, Diplomatico b. 2, n. 221 (a. 927); Diplomatico b. 3, n. 466 (a. 1026); Diplomatico b. 4, n. 499 (a. 1053), n. 503 (a. 1054), n. 528 (a. 1066), n. 540 (a. 1076). A questi si aggiunga lacartola ordinacionis con segnatura Piacenza, Archivio del Capitolo della Cattedrale, cass. 15 Testamenti, n. 7 (a. 1011) e quella pubblicata in Drei 1928, n. CXLV, pp. 315–319 (a. 1085). 44 Soltanto nel documento del 1011 l’autore dell’azione giuridica è un laico, Giovanni del fu Andrea; ci si sente però di escludere ogni collegamento tra tale particolarità e il luogo di conservazione del pezzo, diverso rispetto agli altri. 45 Pur in assenza di dichiarazioni esplicite in merito alle loro dimensioni, in ogni pergamena si parla di terreni ed edifici ubicati in località diverse tranne in una carta dove ci si riferisce ad un unico appezzamento (v. Piacenza, Archivio del Capitolo di S. Antonino, Diplomatico b. 3, n. 466). 46 Voglio e stabilisco e decido e attraverso questa carta di disposizione confermo. 47 Quanto dichiarato nelle carte di Piacenza non corrisponde affatto a quelle attribuzioni, a titolo di precaria, di beni precedentemente venduti dal precarista al concessionario che servivano a mascherare «mutui di denaro, dove la somma mutuata era rappresentata dal prezzo della vendita, e gli interessi dal canone della concessione» (v. Pivano 1904, p. 114). 48 Piacenza, Archivio del Capitolo di S. Antonino, Diplomatico b. 4, n. 502 (a. 1054), n. 527 (a. 1066) e n. 541 (a. 1076). “volo et instituto”: a journey through the dispositions in northern italian wills 194

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